VORREI UN FIGLIO NELLA MIA VITA MA NON ADESSO

Salvare la fertilità femminile per il futuro: il social freezing

Molte donne sono costrette a rinunciare o a posticipare il sogno di avere un figlio per motivi legati a studi, lavoro, assenza di un partner o problemi di salute. La fascia di età ideale per la gravidanza è tra i 20 e i 35 anni, ma la difficoltà a concepire comincia già 10-15 anni prima della menopausa. Esiste, però, un modo per salvare la fertilità al massimo della sua potenzialità e utilizzarla quando si è pronte: il social freezing.

Come funziona il social freezing

Il social freezing consiste nel congelare una parte dei propri ovociti, utilizzando una terapia di circa 15 giorni che prevede l’iniezione di gonadotropine sottocutanee per stimolare la produzione di 10-15 ovociti. Durante il periodo di stimolazione, si effettuano circa 3 ecografie a settimana per valutare il momento giusto per aspirare gli ovociti dalle ovaie. L’aspirazione avviene in anestesia generale mediante una ecografia operativa e subito dopo, gli ovociti vengono analizzati in laboratorio e quelli ritenuti validi vengono immediatamente congelati.

Una volta congelati, gli ovociti potranno rimanere così per un periodo indefinito di tempo e scongelati quando si deciderà di fertilizzarli con gli spermatozoi del partner. Una volta ottenuto l’embrione, questo verrà trasferito in utero a pochi giorni di sviluppo dopo la fertilizzazione, attraverso un procedimento ambulatoriale semplice ed indolore chiamato embriotransfer.

Si. La Legge lo permette e la scienza la realizza

Rischi

La procedura di induzione dell’ovulazione, dopo oltre 40 anni di utilizzo, non aumenta il rischio di tumori femminili invasivi rispetto alla popolazione generale, nemmeno nelle donne che scelgono la crioconservazione degli ovociti per patologie tumorali già esistenti.

Percentuali di successo

La possibilità di ottenere una gravidanza e un bambino dipendono dalla presenza dell’ovocita e da altri fattori come la qualità del seminale, lo stato di salute della donna, la recettività dell’utero e soprattutto l’età in cui sono stati congelati gli ovociti. Si stima che la crioconservazione di un numero di ovociti pari a 15, se effettuata prima dei 35 anni di età, possa sostenere una possibilità di successo dopo la fecondazione in vitro pari al 60%; dopo i 35 anni tale possibilità si riduce al 38% circa. Inoltre, per aumentare il pool di ovociti disponibili, si può programmare una seconda stimolazione ovarica.

In conclusione, il social freezing rappresenta una scelta importante per le donne che vogliono preservare la loro fertilità e che si trovano in una fase della loro vita in cui non sono ancora pronte per avere un figlio. Grazie a questa tecnologia, si può garantire la possibilità di avere un bambino anche quando la fertilità è già in calo.